Corso di Laurea in Giurista del Terzo Settore

Durata:  3 anni
Classe:  L-14 - Servizi delle scienze giuridiche
Sede:  Palazzo del Bo' e Centro Congressi papa Luciani - Padova
Lingua: italiano
Accesso: libero con prova di accertamento
Presidente:  prof. Paolo Sommaggio
Dipartimento di riferimento:
  Dipartimento di Diritto privato e critica del Diritto (DPCD)
Contatti

Per quanto attiene alla erogazione online, la regolamentazione del Corso prevede che "…..I corsi di studio convenzionali sono erogati interamente in presenza......i docenti sono invitati a predisporre e condividere con gli studenti e le studentesse, su Moodle, i materiali didattici e il materiale integrativo di carattere innovativo (video sintesi, slides, materiale didattico, ecc.) al fine di migliorare l’acquisizione delle competenze e delle conoscenze…….

A seguito di quanto indicato dal  Comitato ordinatore del Corso,  è prevista  la registrazione e il caricamento in MOODLE delle lezioni. Possono essere registrate anche a telecamera spenta e risultare solo i vocali. Di questo sono stati informati tutti i docenti.


Perché un corso per giurista del Terzo settore

 Materie del primo anno GTS

Materie del secondo anno GTS

Materie del terzo anno GTS

 

 

 

https://www.lazione.it/Attualita/PADOVA-nuovo-corso-di-laurea-di-giurist...

Molteplici dati di riferimento hanno condotto alla proposta formativa di questo Corso dedicato al Terzo settore.
In Italia il Terzo settore è un comparto economico sempre più forte. Opera in modo importante in aree diverse: cultura, sport e ricreazione, istruzione e ricerca, sanità, assistenza sociale, protezione civile, ambiente, sviluppo economico e coesione sociale, tutela dei diritti e attività politica, filantropia e promozione del volontariato, cooperazione e solidarietà internazionale, religione, relazioni sindacali e rappresentanza di interessi.

Secondo le più recenti rilevazioni Istat, le istituzioni no profit in Italia sono circa 350.432, con le seguenti tipologie di forma giuridica: associazione (85,07%), cooperativa sociale (4,50%), fondazione 2,12 %, altra forma giuridica 8,31%; per un totale di 844.775 occupati; comprendendo l’indotto, sono circa 6 milioni i soggetti coinvolti a diverso titolo nel settore, per un valore economico complessivo stimato di circa 67 miliardi di euro. Per quest’ambito socio-economico, la Riforma del Terzo settore – che ha preso avvio con la legge delega 106 del 2016, ma che affonda le proprie radici in una legislazione anche molto risalente stratificatasi nel tempo – diventa fondamentale non solo perché pone le basi per un riordino giuridico complessivo (che ha come obiettivo la trasparenza dell’azione degli enti), ma anche perché introduce la possibilità di svolgere questo tipo di attività con modalità di impresa, usufruendo di numerose opportunità nell’approvvigionamento delle risorse, comprese quelle europee.

Il Terzo settore rappresenta, quindi, un ambito di attività già molto rilevante e con un, presumibilmente significativo, potenziale di crescita sociale ed economica. Tuttavia, frequentemente, coloro che operano nel suo ambito, o che comunque sono coinvolti in attività che lo riguardano, non sono in grado di agire correttamente nel mondo giuridico ed economico, mancando della formazione e delle competenze necessarie che, in un contesto sempre più complesso e globalizzato, permettano loro di operare senza incertezze sì da muoversi in conformità alle regole, abbattere o limitare il rischio delle attività svolte, e collaborare altresì in modo fruttuoso con gli operatori economici e le pubbliche amministrazioni.
Tutto ciò rende evidente come la creazione di una proposta formativa, che ponga al centro del proprio percorso il dato giuridico, appaia essenziale non solo nel senso di costituire insegnamenti nuovi, ma anche nel senso di innovare lo scopo e la metodologia di quelli già attivi, così che gli stessi riflettano anche la ricchezza esperienziale e tematica del Terzo settore. L’ampiezza e la profondità delle trasformazioni prodotte e in corso, nell’ambito del Terzo settore, stanno determinando mutamenti che esigono, in sintesi, una nuova infrastruttura formativa, innovativa sotto il profilo dei contenuti e della metodologia di approccio.

Ad oggi, l’offerta di formazione per il settore no profit in Italia non presenta ancora una propria chiara strutturazione; l’attrattività del Corso proposto sembra allora evidente e legata alla combinazione di competenze giuridiche e non, combinazione che ne farebbe un unicum non solo nel Triveneto ma anche sul piano nazionale in grado di attirare non solo studenti provenienti da altre regioni ma anche tutti quei soggetti già impegnati, a vario titolo, nel settore del no profit.

Obiettivi formativi

Questo nuovo Corso si sviluppa lungo direttrici capaci di intercettare le trasformazioni imposte dall’economia sociale, ponendo al centro del percorso gli studi giuridici sul Terzo settore e quello dei suoi enti protagonisti. Esso intende, infatti, formare un soggetto capace d’intervenire nei processi decisionali, di sviluppo e di gestione degli enti del Terzo settore; di partecipare allo sviluppo delle politiche pubbliche di perseguimento dell’interesse generale e, più in generale, di supportare e collaborare con la Pubblica amministrazione; di partecipare alla regolazione dell’impresa no profit, anche alla luce delle implicazioni più generali coinvolgenti la sfera dei diritti fondamentali della persona, oltre che quelli sociali e di iniziativa economica. L’acquisizione di conoscenze giuridiche, economiche, storiche e politiche, risulta indispensabile per la formazione di un operatore del Terzo settore, per il quale è richiesta una cultura articolata, che non faccia più solo affidamento sul volontariato, spesso non qualificato, e sugli aiuti pubblici, ma anche su un’attività di impresa sociale i cui addetti, adeguatamente formati, riescano consapevolmente a stipulare accordi contrattuali, reperire fondi, interfacciarsi proficuamente con il sistema bancario-creditizio. Le attività svolte nell’alveo del Terzo settore e, più in generale, la c.d. economia sociale, sono fondamentali per «incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti» (Obiettivo 8, Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo sostenibile).

Il Corso, fortemente professionalizzante, contribuisce alla formazione di una classe preparata per affrontare la governance di organizzazioni complesse in un’ottica di sostenibilità economica, sociale ed ambientale, in grado di gestire le relazioni con gli stakeholder ed i finanziatori, nonché di elaborare strategie per cogliere e tutelare i bisogni sociali e dei singoli in evoluzione, anche intercettando le opportunità fornite dall’innovazione tecnologica e sociale. Il nuovo percorso di studî si propone, quindi, di offrire il necessario plesso di competenze organizzativo-gestionali, socio-economiche e giuridiche, facilitando così l’inserimento lavorativo nelle imprese del no profit, negli enti del Terzo settore, e più in generale in tutte quelle realtà, pubbliche e private, che hanno relazioni con queste organizzazioni, non escluse quelle realtà professionali (quali studî notarili e di revisione contabile), che si sono viste assegnare dal legislatore una serie di competenze inderogabili in una materia fino ad oggi spesso trascurata dagli operatori giuridici ‘tradizionali’.

La struttura fondamentale del Corso ruota intorno a competenze giuridiche, che s’interfacciano con la sfera economica, ma anche con quella sociale e psicologica, e ciò sia attraverso alcuni insegnamenti dedicati, sia focalizzando lo studio del diritto su temi, profili e problemi caratterizzati da una forte componente specifica. L’ossatura giuridica del Corso non esclude ma anzi favorisce il proseguimento degli studî allo studente, specie con riguardo alla Laurea Magistrale (a ciclo unico) in Giurisprudenza e alla successiva partecipazione a concorsi pubblici, nei quali le competenze acquisite potranno rivelarsi decisive.